Sono un filmmaker italiano e attualmente vivo in Scozia. Recentemente, ho portato il mio ultimo documentario "Are your thoughts your own?" a vari festival del cinema: un corto che sfida la nozione di pensiero, visto attraverso l'eccentrica vita di un terrapiattista. Sono orgoglioso che sia stato proiettato in diverse parti del mondo, tra cui in Scozia, Portogallo, Italia, Cipro e Brasile.

Sono cresciuto con la vecchia macchina fotografica di mio padre fra le mani. Mio nonno era un fotografo. Suppongo fosse nel mio DNA. Mi sono sempre guardato intorno, meravigliato dalla varietà di stimoli che ci vengono letteralente buttati addosso in ogni momento. E ho sempre provato a mettere quelli per me più significativi dentro l'inquadratura di una macchina fotografica. Per tanto tempo l'ho visto come un passatempo, giocavo con il mondo senza considerare la mia passione una possibilità di guadagnarmi da vivere. Così ho iniziato a studiare Informatica: ero bravo a programmare. Dopo qualche tempo ho capito che dovevo seguire la mia passione, ho ascoltato le parole della persona che amo e sono andato all'Accademia delle Belle Arti "Mario Sironi" di Sassari, dove mi sono laureato a pieni voti in Nuove Tecnologie dell'Arte.

Mi sono da poco specializzato con un MFA all'Edinburgh College of Art, e ho deciso di fare della mia passione il mio lavoro, perché sento che sia il miglior modo di aiutare le persone che mi circondano, per tutto il tempo possibile.
Qualunque lavoro io faccia, per chiunque me lo commissioni, è fatto con passione, perché passione è quello che fotografia a filmmaking sono per me. Ogni centesimo guadagnato mi aiuta a fare quello che amo di più: trovare nuove storie da raccontare e nuovi modi per farlo.

Vi lascio con una citazione della regista Toni Cade Bambara, che disse che "il ruolo di un artista è di rendere una rivoluzione irresistibile", e una rivoluzione, sicuramente, è quello di cui abbiamo bisogno.